Per avere una prima visione dei fenomeni che si sarebbero successivamente approfonditi, si sono effettuate alcune sessioni di navigazione di prova, senza avere uno schema preciso di riferimento.
Si sono effettuati due cicli di test osservando ciò che i partecipanti facevano durante una ricerca di informazioni nel Web.
Nel primo ciclo ai partecipanti veniva chiesto di cercare, nel modo in cui essi preferivano, informazioni su corsi di danza flamenca tenuti a Rovereto, a cui ipoteticamente volessero iscriversi.
I risultati emersi dalle ricerche effettuate da 6 partecipanti sono sembrati interessanti. Nello specifico, i partecipanti:
sembra sappiano utilizzare in maniera appropriata i MdR;
anche se il motore più utilizzato è Google, perché ritenuto più affidabile o completo, sanno che ve n'è più d'uno;
non hanno un'idea precisa di quali informazioni vengano reperite dal motore e pensano di poter trovare tutte le informazioni presenti in Internet attraverso più MdR, in funzione della loro stringa di ricerca;
non usano altre fonti per reperire informazioni su Internet.
Si è pensato di effettuare un ulteriore ciclo di test facendo svolgere ai partecipanti una ricerca più difficile, in cui le informazioni non erano presenti subito nelle prime SERP. Questo allo scopo di mettere in difficoltà gli utenti per capire quali cambiamenti avvenissero e quali strategie mettessero in atto per giungere a ciò che l'operatore chiedeva loro di cercare. L'ipotesi era che il MdR non fosse più invisibile, non rimanesse quindi sullo sfondo, ma costringesse l'utente ad un'interazione maggiore.
Nel secondo ciclo 4 partecipanti dovevano arrivare a due siti specifici di scuole di danza flamenca a Rovereto non facilmente raggiungibili, in quanto non presenti sulle prime SERP dei MdR, ma nei link interni di altri siti.
I risultati che ne sono emersi sono i seguenti. I partecipanti:
fanno molta fatica a giungere ai siti e solamente 1 su 4 trova ciò che gli è stato richiesto;
guardano molte SERP, arrivando in alcuni casi fino alla 10° pagina;
preferiscono guardare tra i vari risultati e seguire la catena dei link da un sito ad un altro, piuttosto che restringere la ricerca e cambiare le parole chiave.
Queste prime prove hanno dimostrato che c'era la possibilità, attraverso l'osservazione diretta dei partecipanti, di individuare dei fenomeni comuni, ottenendo le prime indicazioni su come redigere un modulo che guidasse nell'evidenziazione e registrazione delle strategie messe in atto dai navigatori.