Il secondo modulo è composto da:
dati del partecipante;
esperienza informatica;
7 ricerche diverse per contesto e obiettivi;
domande finali sulle ricerche;
domande sull'expertise riguardo il funzionamento dei MdR.
Poiché vi sono fenomeni che possono essere evidenziati attraverso una prova specifica e altri che possono emergere in una qualunque delle sette presenti, alcune ricerche hanno item comuni.
Di seguito sono esposte in dettaglio le vari parti che compongono il modulo (Allegato 4).
Dati del partecipante
Nella prima parte del modulo vengono chiesti al partecipante i dati identificativi: sesso, età e professione. Si verifica, inoltre, la sua esperienza informatica.
Ricerca 1
Si tratta di una ricerca semplice che, a fronte della digitazione di frasi composte da una, due o tre parole, senza uso di attributi o verbi particolari, porti ad un elenco di risultati che già dalle prime posizioni evidenzi siti attinenti.
S'intende che una ricerca semplice non necessiti di sistemi avanzati di interrogazione, come gli operatori relazionali o logici, i delimitatori di stringa o funzioni "restringenti" specifiche dei singoli motori.
Nel modulo si è chiesta l'esecuzione di una ricerca specifica: la ricetta degli spaghetti allo scoglio oppure informazioni sull'aviaria.
L'obiettivo è vedere se in contesto semplice i partecipanti trovino agevolmente le informazioni o incontrino già delle difficoltà.
Ricerca 2
Si tratta di una ricerca in cui i siti sulla SERP del MdR sono molto differenti. Nel caso in cui il partecipante usi gli apici, le informazioni sono facilmente reperibili nella prima pagina. Nel caso contrario, la ricerca si complica molto e le informazioni sono più difficili da reperire. I partecipanti devono cercare informazioni su una persona di nome Francesco de Francesco.
L'obiettivo è evidenziare i fenomeni legati all'uso degli apici.
Se gli apici non sono usati, la ricerca sarà difficile e si potranno osservare i fenomeni indagati anche dalla terza prova.
Ricerca 3
Consiste in una ricerca con scarsi risultati il cui oggetto è il nome del proprietario dell'azienda Daup S.r.l.
L'obiettivo è capire come si comporta il navigatore in una situazione estrema, se riesca ad arrivare all'informazione o abbandoni e quali strategie metta in atto:
se cambia stringa o continua ad approfondire uno stesso sito;
se guarda le pagine successive o se si ferma alle prime;
se arriva all'obiettivo o non riesce ed abbandona la ricerca, ecc.
Ricerca 4
Si tratta di una ricerca di un prodotto specifico da acquistare on-line scelto dai partecipanti tra un CD, un libro o un orologio.
L'obiettivo è capire se il partecipante vada direttamente su un sito di commercio elettronico conosciuto.
Nel caso faccia la ricerca attraverso il MdR, si verificano quali siano le strategie applicate (come per la prova 3) e la presenza di fenomeni direttamente collegati all'oggetto del test, l'acquisto on-line.
Ricerca 5
Si tratta della ricerca dell' indirizzo dell'azienda IBM S.p.A.
L'obiettivo è capire se il partecipante vada direttamente su un sito specifico (ad esempio, le Pagine Gialle) oppure utilizzi il MdR.
Nel caso faccia la ricerca attraverso il MdR, si verificano quali siano le strategie applicate dal partecipante (come per la prova 3).
Ricerca 6
Consiste in una ricerca la cui SERP da già l'informazione cercata, nello specifico il nome dell'autore del libro "Cittadino della galassia".
L' obiettivo è capire se i partecipanti entrino ugualmente sul sito, ritenendo quindi il MdR solo un tramite e accreditando unicamente il sito, oppure accettino l'informazione trovata sulla SERP, percependo quindi il motore come egli stesso fonte di informazioni.
Ricerca 7
Si tratta di una ricerca in cui l'informazione è reperibile attraverso le sezioni specifiche del MdR, in questo caso l'immagine di un tramonto.
L'obiettivo è capire se il partecipante entri nella sezione corrispondente oppure no e quindi se conosce questo strumento.
Domande finali sulle ricerche
Come già detto in precedenza, allo scopo di non influenzare i partecipanti si sono poste tutte le domande alla fine della sessione di navigazione.
Esse riguardano aspetti quali:
ricerca avanzata;
advertising;
motivazione sull'utilizzo o no di diversi MdR;
consapevolezza nell'uso degli apici;
valutazione complessiva della SERP;
motivazione nell'esplorazione di molte SERP.
Domande specifiche sul MdR
Quattro domande finali sul funzionamento dei MdR hanno lo scopo di sondare il livello di conoscenza dei partecipanti. Altro scopo è evidenziare alcuni fenomeni emersi dall'osservazione del comportamento generale del partecipante, in modo da consentire l'analisi successiva.
Metodo
Il metodo è lo stesso applicato per le sessioni di navigazioni con il I° modulo. Le differenze sono la durata degli incontri che è di 40 minuti circa e che le eventuali domande sono poste solo a conclusione di ogni singolo test e sempre in modo da non influenzare il test successivo.
Disegno
numero dei partecipanti: 15
numero delle ricerche per sessione di navigazione: 7
numero totale ricerche: 105
Organizzazione dei dati
Durante la sessione di navigazione, l'operatore raccoglie i dati compilando a mano il II° modulo. Oltre a riempire i campi previsti dal modulo, riporta frasi o atteggiamenti dei partecipanti ritenute importanti per l'analisi successiva.
Prima di procedere con l'analisi, i dati sono trasferiti dal modulo cartaceo a quello elettronico. A completamento dei soli dati previsti in precedenza dal II° modulo, sono inserite delle note per spiegare meglio un dato o per introdurre comportamenti del partecipante che non è possibile ricondurre ad un item specifico (Allegato 5).
Come era stato fatto in precedenza con le prove del I° modulo, si compila una tabella complessiva delle sessioni di navigazione.
Ogni item del modulo, partendo dai dati del partecipante (sesso, età ecc.) è trasformato in voci di classificazione sulle colonna della tabella.
In ogni riga sono riportati i dati per ogni sessione di navigazione effettuata dal partecipante.
Questa tabella dà la possibilità di avere un quadro generale delle sessioni di navigazione e diventa un punto di partenza per l'analisi dei singoli fenomeni.
Essa non è riportata in allegato in quanto strumento di lavoro non significativo per la comprensione dei risultati d'analisi, vista la presenza dei dati di dettaglio nell'Allegato 5 e le successive tabelle specifiche per ogni fenomeno analizzato.
Metodo d'analisi
L'analisi dei dati è condotta in varie fasi.
In una prima fase si prendono in esame i dati sull'expertise dei partecipanti per individuare quale sia la conoscenza informatica e capacità di utilizzo dei MdR del campione di riferimento.
Si passa, successivamente, alla valutazione dei singoli item e dei dati forniti dalla sessione di navigazione di ogni partecipante e poi all'analisi per ogni singola ricerca.
L'analisi si concentra sugli obiettivi legati agli aspetti teorici dell'indagine, evidenziando i fenomeni che riguardano il breakdown, le affordance, la soddisfazione degli utenti e la fiducia nei MdR.
Infine si valuta alcuni fenomeni che, per la loro particolarità, si vuole riportare anche se non facenti parte dei dati statistici.
Risultati e discussione
In riferimento allo studio di Navarro-Prieto e coll. (1999), nell'Indagine si tiene conto dei fattori che gli autori ritengono importanti analizzando il comportamento degli utenti nel Web, ovvero:
l'esperienza del navigatore e le strategie cognitive messe in atto;
il tipo di compito di ricerca. In ogni ricerca si sceglie un compito diverso che porti a comprendere se vi sono delle differenze tra i comportamenti messi in atto dai partecipanti nei vari casi;
come si presentano le informazioni nel Web e come esse influenzano l'utente. La differenza tra le ricerche è data anche da come le informazioni possono trovarsi sulle SERP del MdR. Per esempio, nel caso della ricerca molto difficile, il partecipante, non trovando l'informazione dove egli pensa sia più probabile che debba esserci, il sito ufficiale dell'azienda, si trova in difficoltà.
I fenomeni analizzati si sono raggruppati in diverse categorie.
Per Navarro-Pietro e coll. (1999) due degli importanti elementi da tener conto nei risultati sono l'esperienza nel Web e la conoscenza di come funziona il MdR.
Come precedentemente riportato nel paragrafo riguardante il target di riferimento, nell'analisi non si differenziano gli esperti dai non esperti.
Si valutano globalmente sia l'esperienza informatica, sia la conoscenza del funzionamento dei MdR.
Tabella sull'expertise
Riguardo l'esperienza informatica, tutti i partecipanti usano il computer da diversi anni, da un minimo di 3 sino ad arrivare a punte di 15-20-23. Sembrano possedere quindi una buona conoscenza dello strumento. Si suppone, infatti, che chi utilizzi un computer da più di qualche anno, abbia almeno la conoscenza operativa dello stesso, soprattutto se l'impiego avviene in ambienti di lavoro, dove, in mancanza di ciò, non si sarebbe in grado di utilizzare i più comuni strumenti software e non si potrebbe interagire con colleghi, fornitori, banche ecc.
Per ciò che concerne l'esperienza di navigazione in internet, tutti i partecipanti riportano di navigare da molti anni con una media di 6 anni circa. Gli anni di utilizzo dei MdR si avvicinano molto a quelli di navigazione, inoltre quasi tutti i partecipanti (13 su 15) fanno ricerche giornalmente. Come per la conoscenza del computer, si suppone che chi navighi da più anni e faccia ricerche con i MdR ogni giorno possegga dimestichezza con Internet e gli strumenti per la navigazione della stessa.
Nessun partecipante, invece, conosce bene il funzionamento dei MdR. Sui 15 partecipanti, 7 dichiarano di non sapere come il MdR venga a conoscenza dei siti presenti in rete. Gli altri ne hanno una conoscenza frammentaria e nessuno ne conosce esattamente il funzionamento. In relazione al metodo con cui il MdR attribuisce l'attinenza di un sito ad una ricerca, 4 partecipanti dichiarano di non sapere, 3 conoscono i meccanismi, gli altri hanno conoscenze parziali. Per la posizione dei siti sulle SERP, 4 partecipanti dichiarano di non sapere, 4 ritengono che sia dovuto al pagamento, 7 ritengono che sia dovuto all'attinenza con la ricerca, solo uno crede che sia il risultato di specifiche attività svolte a tal scopo (posizionamento sui motori). Infine, 4 partecipanti non sanno quale sia l'origine della descrizione del sito, sulle SERP, 8 pensano che sia la frase contenente la parola cercata, gli altri pensano che si tratti di un commento dell'autore del sito o che sia redatta da un operatore del motore.
Un aspetto importante da evidenziare è che non pare che la conoscenza del funzionamento dei motori sia collegata agli anni di navigazione. Il partecipante n. 2, che utilizza il computer da 23 anni e i MdR da 8, dimostra di avere solo delle conoscenze parziali; il partecipante n. 5 (15 anni utilizzo computer e 5 MdR) risponde di non sapere a 2 domande su 4 e a ben 3 domande su 4 non sa rispondere il partecipante n. 6 (14 anni utilizzo computer e 8 MdR). Anche il partecipante n. 15 (20 anni utilizzo computer e 6 di MdR ) dimostra di non conoscere i meccanismi di funzionamento del MdR, pensando che il MdR possa conoscere tutti i siti in rete e che i siti ai primi posti siano lì perché il loro proprietario ha pagato per esserci.
Come riportato nel paragrafo sul II° modulo, ogni ricerca è stata predisposta per giungere ad un obiettivo specifico.
Tabella delle singole ricerche
Nella prima ricerca, la più facile, i partecipanti arrivano tutti all'obiettivo, senza incontrare difficoltà. Alla maggior parte di essi (11 su 15) basta fare una ricerca per trovare il risultato nella prima SERP.
Nella seconda ricerca si riscontra che solo alcuni partecipanti usano correttamente gli apici (4 su 15). La maggior parte, invece, non conosce questa opzione, importante quando la ricerca restituisce molti risultati non attinenti. Inoltre, vi sono alcuni partecipanti che usano gli apici in modo scorretto (2 su 15), pensando ad esempio che servano per suddividere una frase dall'altra.
Nel momento in cui i partecipanti usano gli apici, trovano l'informazione con poche ricerche e spesso nella prima SERP del motore. Non hanno quindi difficoltà e l'interazione con il MdR è minima, sono concentrati soprattutto nel tipo di informazioni che i vari siti a cui arrivano riescono a dar loro.
Come già detto però, spesso ciò non avviene perché i partecipanti non conoscono la possibilità di usare gli apici e inoltre non usano la ricerca avanzata che porterebbe allo stesso risultato. In questi casi la ricerca diventa assai difficile, restituendo molti risultati non attinenti e poche informazioni utili. Gli utenti, in questa situazione, fanno molte ricerche e consultano varie SERP a fronte della stessa.
Si nota che in tutti i casi in cui i partecipanti non usano gli apici, abbandonano la ricerca.
Quando la ricerca è molto difficile (ricerca 3) in quanto l'informazione è quasi impossibile da rintracciare, quasi tutti i partecipanti (tranne 3) abbandonano in fretta, scegliendo uno strumento diverso da internet per cercare l'informazione.
Tutti gli utenti si soffermano sul sito ufficiale dell'azienda di cui devono trovare il nome del proprietario e pochi vanno oltre. Pensano di non trovare l'informazione in altri siti oppure che non possa esistere in Internet, e se ci fosse, credono che per loro sarebbe difficile da individuare.
Tutti i partecipanti abbandonano la ricerca senza trovare l'informazione e nessuno, salvo un'eccezione, va oltre la prima SERP.
A differenza della ricerca n. 2, i partecipanti abbandonano più in fretta e con più facilità trovando un mezzo alternativo (telefono o e-mail - 9 partecipanti su 15), che dà loro la possibilità di giungere all'informazione più velocemente, rispetto a proseguire con la ricerca nel Web.
Nel caso in cui debbano comprare un prodotto on-line (ricerca 4) molti partecipanti (9 su 15) decidono di affidarsi ad un sito conosciuto (Ebay o altro sito di commercio elettronico).
Molte persone ad oggi non comprano on-line, preferiscono informarsi via internet e poi comprare in un negozio non-virtuale (come abbiamo visto, il Rapporto Censis 2005 parla di 10 milioni di persone).
Anche dalla presente indagine si può inferire che le persone fanno ancora molta fatica a comprare on-line, spesso per mancanza di fiducia.
Dovendo ricercare un indirizzo, la maggior parte dei partecipanti (12 su 15) lo fa attraverso un sito specifico, nel nostro caso un elenco come le Pagine Gialle, Bianche o simili. La motivazione risiede nel fatto che trovano questo sistema il più comodo e veloce.
Un paio di partecipanti affermano che utilizzare il sito delle Pagine Gialle o delle Pagine Bianche risulta loro spontaneo, è la prima cosa che viene loro in mente. Trovano naturale quindi affidarsi, per questo tipo di ricerca, ad un elenco preciso di informazioni.
Nella sesta ricerca 9 partecipanti su 15, anche se hanno a disposizione l'informazione sulla SERP, vanno ugualmente sul sito.
La maggior parte degli utenti, quindi, percepisce il MdR solo come un tramite e pensa che le informazioni possano essere reperite solo attraverso il sito. Solo una piccola parte, che si ferma all'informazione trovata sulla SERP, considera il MdR come esso stesso fonte di informazioni.
La prova prevedeva la ricerca del nome dell'autore di un libro. Trovato il nome sulla SERP, alcuni si fermano, ritenendo d'aver ottenuto quanto richiesto, altri visitano il sito per una conferma o per maggiori dettagli o semplicemente perché non ritengono attendibile la sola presenza sulle pagine del motore.
Nell'ultima ricerca 12 partecipanti su 15 entrano nelle sezioni specifiche dei motori, nel nostro caso nella sezione immagini (riferimento ai risultati sulle affordance).
Nella prima ricerca i partecipanti non trovano difficoltà e tutti giungono sempre all'informazione, in questo caso il MdR rimane sullo sfondo, dando modo loro di focalizzare l'attenzione sulle informazioni che stanno cercando.
Vi sono casi in cui alcuni partecipanti, avendo trovato un'informazione già soddisfacente, vanno alla ricerca di alternative (in fondo non costa loro troppa fatica!). Questo atteggiamento è in contro tendenza a quello che si riscontra nelle altre ricerche dove i partecipanti, nel momento in cui arrivano ad un'informazione soddisfacente, non passano quasi mai a cercarne un'altra in alternativa o migliore.
Inoltre, i partecipanti si ritengono tutti, in media, molto soddisfatti delle informazioni che hanno trovato in questa ricerca. Alcuni di essi riportano di esserlo moltissimo, in quanto giunti subito all'informazione che cercanta. Si può dedurre che le persone, spesso, dovendo spendere molto tempo per ottenere le informazioni cercate, sperimentano frustrazione (un partecipante lo riferisce e in altri lo si può intuire dal comportamento). Il doversi concentrare molto sulle strategie da adottare per arrivare all'obiettivo porta i navigatori a sentirsi insoddisfatti e frustrati e quindi ad abbandonare.
Nella seconda ricerca, i partecipanti che non usano gli apici, aumentando in questo modo la difficoltà, si focalizzano sul modo in cui reperire le informazioni, facendo molte ricerche e scorrendo molte SERP.
Un dato interessante è che tutti i partecipanti che non usano gli apici abbandonano la ricerca senza trovare alcun risultato.
I navigatori si concentrano sul modo a cui accedere alle informazioni inserendo molte stringhe di ricerca, pensando a quali parole chiave sarebbe meglio digitare, togliere o aggiungere alla stringa precedentemente composta.
Questa ricerca è in assoluto quella in cui i partecipanti consultano più SERP per ogni stringa digitata.
L'intervento di un "breakdown" (ovvero il non trovare l'informazione) sposta l'attenzione del partecipante dal "cosa" cercare, al "come" cercarlo. Si è portati a pensare, quindi, che le risorse cognitive del navigatore, in questo caso, sono tutte rivolte alle strategie da mettere in atto per trovare il modo di reperire le informazioni necessarie.
Il MdR non svolge più la funzione di mediatore che, restando in sottofondo, aiuta il navigatore ad arrivare all'obiettivo della ricerca. Inoltre, il compito del partecipante cambia, non sta più effettuando una ricerca di informazioni, ma cerca il modo e le strategie più adatte per arrivare all'obiettivo.
Il problema risiede nel fatto che, se il partecipante dovrà spendere tutte le sue risorse cognitive sul modo in cui arrivare all'informazione, non ne avrà per l'individuazione e l'analisi delle stesse. Inoltre sarà fortemente tentato ad abbandonare.
Nella terza ricerca, in cui l'obiettivo è trovare il nome del proprietario di un'azienda, tutti i partecipanti digitano come parola chiave il nome della stessa. Questo per 14 partecipanti su 15, mentre un partecipante va direttamente al sito ufficiale, digitando direttamente la URL del sito (probabile url del sito, perché egli non la conosce).
In entrambi i casi, i partecipanti cercano la fonte che secondo loro è deputata a dargli quell'informazione, per l'appunto il sito ufficiale dell'azienda.
In questo caso il "breakdown" interviene nel momento in cui i partecipanti non riescono a trovare l'informazione là dove se l'aspetterebbero.
Dei 9 partecipanti su 15 che decidono di utilizzare uno strumento diverso (telefono o e-mail) per cercare l'informazione, ben 5 (quindi la maggioranza) lo fanno subito, senza effettuare altre ricerche con il MdR.
Si evidenzia una tendenza ad abbandonare uno strumento che, emerso nella consapevolezza dei partecipanti, risulta essere più complicato e difficoltoso (il MdR e Internet in genere), per uno (telefono o e-mail) più semplice e diretto.
Il MdR, come qualsiasi altro artefatto, offre un'insieme di opportunità a chi interagisce con esso: le affordance. è interessante capire quali siano le affordance percepite dai partecipanti e quali no, oltre a quelle oggettive.
Nel MdR le affordance reali preponderanti risultano essere la ricerca avanzata e le sezioni diversificate.
Vi sono altre affordance come la selezione delle sole pagine in italiano o provenienti dall'Italia, oppure l'aiuto offerto dal motore quando si sbaglia a digitare una parola nel box della ricerca. Quest'ultime non vengono prese in considerazione nella seguente indagine.
Tabella affordance
Solamente 3 partecipanti su 15 utilizzano la ricerca avanzata. Inoltre, 6 delle 12 persone che non la utilizzano non la conoscono.
Alcuni utenti (solo 3) la conoscono, ma la utilizzano solamente in casi particolari, quando la ricerca è complessa o devono inserire molte parole chiave.
La maggior parte dei partecipanti (12 su 15) utilizza e conosce le sezioni diversificate che si trovano nei MdR. Esse sono ad esempio in Google immagini, gruppi, directory, news ecc., in Virgilio aziende, prodotti, persone, immagini ecc., in Msn desktop, notizie, immagini, Encarta, locale ecc.
La ricerca fatta svolgere consiste nel trovare un' immagine. La maggior parte dei partecipanti entra nella rispettiva sezione, anche se in alcuni casi essi sono a conoscenza e utilizzano solamente quella specifica sezione o solo alcune delle sezioni a disposizione.
I navigatori, secondo la nostra indagine, percepiscono solo una parte delle affordance del MdR: le sezioni diversificate.
Anche se la ricerca avanzata si può considerare un'affordance reale dello strumento, essa non viene percepita dai partecipanti, che infatti tendono a non utilizzarla.
Solamente nei casi estremi, quando la ricerca dovesse presentarsi molto complessa, la ricerca avanzata viene utilizzata e percepita come possibilità di interazione con l'artefatto MdR per giungere all'obiettivo della ricerca.
Tabella sulla soddisfazione
I partecipanti che, soddisfatti da una prima informazione trovata, proseguono per avere delle alternative di scelta o per confermare ciò che hanno trovato sono 3 su 15.
Non avendo una rappresentazione completa delle informazioni che consentirebbe di ottimizzare la ricerca (cognitivamente è molto dispendioso acquisirla) i navigatori semplificano il processo di ricerca, arrivando a ciò che possiamo definire "ottimo locale". Per esempio, nella prima ricerca, la maggior parte dei partecipanti (9 su 15) giunti alla prima informazione soddisfacente, affermano di ritenersi molto soddisfatti.
I partecipanti si accontentano quindi di ottenere delle prestazioni soddisfacenti, limitati dall'aumento delle risorse cognitive che dovrebbero impiegare per tentare di arrivare all'ottimizzazione (economia cognitiva).
Tabella sulla fiducia
Vi sono 6 partecipanti su 15 che leggono direttamente sulla SERP del MdR le informazioni cercate. Il numero di questi partecipanti corrisponde circa al 30% degli utenti. In sostanza, potremmo dire che il 30% dei navigatori si fida della capacità del motore di dare informazioni, contro il 70% che preferisce andare a controllare sul sito.
è opinabile, a questo punto, che il 30% sia una quota alta o bassa. Statisticamente, infatti, tale giudizio dipende dal settore esaminato e dall'obiettivo dell'analisi. Se dicessimo che il 30% di una popolazione è ricca, si potrebbe facilmente dire che ciò è "tanto". In relazione ai MdR, il valore potrebbe sembrare basso, ma considerando il fatto che sono uno strumento di uso recente (dieci anni, contro le centinaia di anni, quando non le migliaia di altri strumenti), si può ritenere che la quota sia significativamente "alta".
è altrettanto possibile che il cliccare ugualmente sul link, avendo già a disposizione sulla SERP l'informazione cercata, sia legato al fatto che ciò implica un basso costo cognitivo e che quindi gli utenti tendano a farlo ugualmente.
Un ulteriore dato a conferma della fiducia riposta dai partecipanti nel MdR è che la maggior parte di essi (9 su 15) torna alla SERP e valuta altri link che partono direttamente dal motore.
Il partecipante tende, quindi, a fidarsi maggiormente del risultato datogli dal MdR rispetto a quelli che egli potrebbe individuare autonomamente seguendo i link che, partendo dal sito individuato, potrebbero essere navigati per estendere la rete delle informazioni.
Osservando le motivazioni dichiarate dai partecipanti sul perché non siano riusciti a trovare le informazioni cercate, si possono rintracciare altre prove in favore della fiducia riposta dagli utenti nei MdR.
Per 8 partecipanti su 15 il motivo, in assoluto o solo in parte, è interno. Credono infatti di non esser sufficientemente capaci di utilizzare il MdR per portare a temine il compito.
Che invece possa essere il MdR a fallire, dando dei risultati insufficienti, sono solo 2 partecipanti su 15 a pensarlo. Particolare il caso in cui un partecipante (n.10), nel rispondere alla domanda, ha aggiunto che il MdR avrebbe dovuto aiutarlo di più. E' possibile affermare che la maggior parte dei partecipanti quindi ha fiducia nel MdR, ritenendolo in grado di assolvere adeguatamente alla sua funzione.
Un caso particolare è dato dal partecipante n. 8 che sembra non aver fiducia nel MdR e più in generale nella Rete.
Egli, infatti, decide volontariamente di abbandonare velocemente la ricerca (n. 2) in quanto dichiara di non fidarsi troppo di Internet e ha paura di arrivare a siti che potrebbero creargli dei problemi. In questo caso il partecipante si riferisce a siti con contenuti per adulti o con meccanismi automatici di apertura di altre finestre, che potrebbero mettere in crisi il sistema.
Guardando nell'insieme la sessione di navigazione di questo partecipante si può notare che tenda spesso a ricercare un sito specifico a cui far riferimento oppure, quando decide di utilizzare il MdR, si limiti a poche ricerche.
Si può essere portati a pensare che tenderà quindi ad abbandonare in tutti i casi in cui, per giungere all'informazione, non si possa utilizzare un sito specifico ed occorra fare molte ricerche.
Oltre ad analizzare i dati riguardanti le ricerche e le sessioni prese nel loro complesso con riferimenti alle parti teoriche, si sono individuati anche alcuni fenomeni emersi da ogni singolo item. Essendo quest'ultimi interessanti, soprattutto per chi voglia comprendere meglio come il navigatore utilizzi nello specifico il MdR, si sono date delle spiegazioni di tipo commerciale.
Tabella per ogni item n. 1
Tutti i partecipanti impiegano sempre lo stesso motore come punto di avvio di ogni ricerca ed in particolare, quello più usato (14 partecipanti su 15) è Google.
Anche considerando l'insieme di tutte le ricerche, Google è il MdR più utilizzato (14 partecipanti su 15).
Dai risultati emerge che:
Google è usato da 14 partecipanti;
Virgilio è usato da 3 partecipanti;
Yahoo è usato da 1 partecipante;
Msn è usato da 1 partecipante;
Libero è usato da 1 partecipante.
La somma non coincide col numero totale di partecipanti perché alcuni ne usano più di uno.
Dal fatto che i partecipanti, decidendo di impiegare Virgilio, ne usano il catalogo per categorie, mentre su Google effettuano la ricerca mediante digitazione delle parole chiave, si potrebbe pensare che i due motori siano scelti proprio in funzione dei diversi approcci. Sarebbe necessario un ulteriore approfondimento d'indagine per poterlo confermare.
Tutti i partecipanti leggono sempre la descrizione del link sulla SERP. Solo un partecipante, in una sola ricerca, clicca sul primo risultato perché lo ritene il più attinente. Una buona descrizione, quindi, incide notevolmente sulla scelta che sulle SERP il navigatore farà, per visitare il sito di suo interesse. Una descrizione non attrattiva, eccessivamente commerciale, incomprensibile o in una lingua diversa rispetto alla chiave ricercata, potrebbe indurre il navigatore a preferire un altro sito.
La maggior parte dei partecipanti (10 su 15) va, nella ricerca difficile, oltre la prima pagina, arrivando in un caso sino alla settima.
Ciò risulta fondamentale in termini di visibilità per quelle aziende o organizzazioni che ritengono Internet un canale importante per le proprie attività.
I risultati sono trovati quasi sempre in prima pagina. I partecipanti ( lo si può vedere soprattutto nella ricerca n. 2), non usando gli apici e avendo, così, difficoltà a trovare le informazioni, consultano molte pagine. Non rendendosi conto che i risultati divengono progressivamente meno attinenti nelle pagine successive alla prima, adottano una strategia che si rivela inefficace.
A dimostrazione della non consapevolezza di questo fenomeno, i partecipanti che adottano questa strategia non rispondono che i siti ai primi posti sono quelli più attinenti alla ricerca.
Tabella per ogni item n. 2
Quasi tutti i partecipanti (12 su 15) non cambiano il MdR nel momento in cui sono insoddisfatti di una ricerca. La principale motivazione fornita è che Google è il MdR che dà loro i risultati migliori. I pochi partecipanti che cambiano motore lo fanno perché pensano di poter trovare qualcosa di diverso o migliore da ciò che dà Google.
Essere presenti su Google, quindi, pare attualmente essere importante, in quanto il visitatore, non trovando ciò che desidera, abbandonerà la ricerca, piuttosto che cambiare motore o sceglierà un sito scarsamente attinente.
In un caso, addirittura, il partecipante dichiara di non cambiare motore, in quanto tutti i MdR danno esattamente gli stessi risultati. Non trovando un sito su un motore, quindi, non sarà il caso di cercarlo su altri.
La maggior parte dei partecipanti valuta tutti i risultati della pagina prima di passare alla successiva.
In alcuni casi il partecipante salta dei risultati o addirittura una o più pagine. (ad es. dalla 2 alla 5). Alla domanda dell'operatore sulla motivazione di questo comportamento non riesce a trovare una risposta razionale.
Alcuni partecipanti (6 su 15) seguono la catena di link, la maggior parte, invece, tende a tornare alla SERP e valutare altri risultati che partono direttamente dal motore. Inoltre anche chi segue la catena di link si ferma al secondo livello.
9 partecipanti su 15 non sanno che su un MdR, oltre a risultati naturali, possono esservi esposizioni testuali pubblicitarie (advertising). Inoltre su questi 9, solo 2 partecipanti riesce a distinguerli, accorgendosi della presenza di parti per qualche motivo diverse dai risultati naturali. Visivamente, in sostanza, colgono qualche differenza tra quella che noi sappiamo essere advertising, anche se non riescono ad identificarne l'origine ed il senso. Nessuno dei partecipanti (tranne 1) li ha mai cliccati, l'unico che lo fa è sulla SERP di Virgilio. Qui è più difficile distinguere i link sponsorizzati, in quanto si trovano nello stesso lato dei risultati naturali e mischiati ad essi.
Occorre fare una precisazione. Nelle prove sottoposte ai partecipanti, dovendo tener conto di molti parametri, i risultati pubblicitari appaiono poco e prevalentemente nelle ricerca in cui occorre fare un acquisto on-line (se il partecipante non decide di utilizzare un sito specifico).
Vi sono alcuni partecipanti che riportano di cliccare sull'advertising nelle ricerche che sono soliti effettuare. Il partecipante n. 8 riporta di andarci spesso e il partecipante n. 9 dice di andarci a volte, se pensa possa essere un risultato di suo interesse. Il partecipante n. 12 riporta di non aver cliccato solo in queste ricerche, ma di averlo fatto in altre. Il partecipante n. 6, anche se non ha fatto clik, li guarda.
Vi sono due partecipanti che invece non cliccano sui link sponsorizzati volontariamente. Il partecipante n. 11 non li guarda neppure, mentre il partecipante n. 10 afferma di saltarli a priori essendogli antipatici, probabilmente in virtù del fatto che pagano.
Vi sono 2 partecipanti, il 9 e il 13, che nella ricerca in cui occorre trovare informazioni su Francesco de Francesco, utilizzano, oltre al MdR, anche le Pagine Bianche. Il partecipante 13 lo fa addirittura in prima battuta.
Ciò che risulta strano è che entrambi i partecipanti, nella ricerca dell'indirizzo dell'azienda, non utilizzino il sito delle Pagine Gialle o Bianche. Nello specifico il partecipante 9 non lo utilizza del tutto, mentre il partecipante 13 lo fa solo dopo non essere riuscito a trovare l'informazione attraverso il MdR.
Alcuni partecipanti abbandonano la ricerca per due motivi:
perché le informazioni date dall'operatore per effettuarla risultano insufficienti;
perché pensano che l'informazione da trovare non ci fosse sul Web.
In riferimento alla prima motivazione, 6 partecipanti su 15 non ritengono di avere sufficienti informazioni disponibili per portare a termine la ricerca e trovare l'informazione richiesta. Nella ricerca n. 2, per esempio, alcuni partecipanti chiedono all'operatore se Francesco de Francesco sia una persona famosa oppure, dopo averlo appurato, dicono che sarebbe difficile trovare informazioni su una persona che non è conosciuta, sapendone solo il nome e la sua passione per la cucina. I navigatori tendono quindi a sovrapporre il mondo reale a quello di internet, avendo la percezione che nel Web più facilmente si possa trovare informazioni su personaggi famosi e che probabilmente siano posti in maggiore evidenza anche dagli stessi Mdr. Non si rendono conto, per esempio, che un nome potrebbe essere popolare sul Web, non perché di lui si sia scritto molto, ma perché è lui stesso a scrivere molto.
Un partecipante, il n. 4, decide volontariamente di non effettuare la seconda ricerca, perché gli sembra impossibile trovare questo tipo di informazioni in Internet. Pensa ci siano molti Francesco de Francesco e che gli risulterebbe difficile capire a quale far riferimento. Crede, inoltre, che ci possa essere un modo particolare per cercare questo tipo di informazioni nel web, ma non ne è a conoscenza. Ci si può ricollegare alla motivazione per cui molti partecipanti non portano a termine la ricerca 2 e cioè alla mancanza di informazioni disponibili. In questo specifico caso il partecipante non fa alcun tentativo, partendo già con l'idea che sarebbe difficile o forse impossibile arrivare a trovare l'informazione richiesta.
In riferimento alla seconda motivazione, 8 partecipanti su 15 pensano che l'informazione che stanno cercando potrebbe non esistere nel web. Questo a significare che la maggior parte dei partecipanti non crede che in internet si possa trovare qualsiasi informazione.
Risultati non inseriti nella statistica
Durante il periodo in cui si svolgono le sessioni di navigazione, emergono alcuni fenomeni particolari che, anche se non inseriti in statistica in quanto riferiti a partecipanti esclusi dal target di riferimento, si ritiene comunque importante riportare.
Un partecipante digita la frase chiave nell'indirizzo dove solitamente si scrive la URL del sito al quale si vuole arrivare. In alcune configurazioni di Windows, alla digitazione di una URL errata il sistema avvia in automatico il motore MSN (o altro), proponendo alcuni siti come risultato. Avendo un computer così configurato, il partecipante ha sempre inserito le chiavi di ricerca nel box della URL, ottenendo sempre un elenco di siti e ritenendo, quindi, che questo sia il modo corretto d'operare.
Non sa, quindi, che esistano vari MdR e non ha consapevolezza di cosa siano e come si utilizzino.
Questo è un calzante esempio di quanto uno strumento, in questo caso il MdR, possa essere invisibile all'utente che non ha alcuna consapevolezza di utilizzarlo.
Ad un partecipante quindicenne che usa internet da ca. 6 mesi, quando gli viene domandato da quanto tempo usa i MdR, risponde che non sa cosa significhi la parola. In seguito alla spiegazione dell'operatore, dice: "E' per caso quello che mi trova ciò che sto cercando? Io ho Virgilio."
Utilizzando Internet da poco tempo, probabilmente, non ha ancora chiare l'utilizzo e la nomenclatura delle sue componenti, come appunto il MdR.