Certamente, definire le dimensioni dell'estetica con la stessa precisione con cui sono state individuate le dimensioni dell'usabilità è un compito assai complesso. Tuttavia, in vista di un approccio centrato sull'utente, appare sensato chiedersi quale sia la sua esperienza estetica durante l'interazione con una interfaccia Web. Tale "esperienza" comprende una pluralità di sensi e fattori coinvolti, non è un processo passivo ma in parte dipende dalle caratteristiche individuali come ad esempio età, genere, background culturale. Prestare attenzione all'esperienza estetica dell'utente sottende una visione ampia del concetto di estetica, non ascrivibile esclusivamente all'arte e ai giudizi sulla bellezza. Liu 2003 teorizza tre peculiarità dell'esperienza estetica:
Multidimensionalità. L'estetica è un concetto riscontrabile non esclusivamente nel dominio delle arti e le valutazioni estetiche non si limitano a giudizi sulla bellezza. Vi è piuttosto un'ampia gamma di nozioni estetiche, che possono inglobare anche il contrario della bellezza, il sublime, nel determinare l'esperienza estetica dell'utente; questa gamma comprende anche concetti come la comicità, la tragedia, l'originalità. La principale questione aperta nel dibattito tra filosofi, critici d'arte e designers, riguarda la possibilità di stabilire quali siano queste dimensioni e i fattori che determinano i giudizi estetici degli individui.
Multimodalità. Ogni esperienza estetica è dovuta al coinvolgimento simultaneo di più modalità sensoriali, ad esempio visive ed uditive, olfattive e gustative, visive e tattili, ecc.
Interattività. L'individuo interagisce attivamente con l'oggetto che provoca l'esperienza estetica.
Traktinsky e Lavie 2000 affermano che l'estetica non può essere definita allo stesso modo per tutti i tipi di artefatto, ma che le dimensioni ed i fattori in gioco variano a seconda della tipologia di oggetto alla quale si riferisce. In relazione all'estetica percepita dei siti Web, i due autori teorizzano che l'esperienza estetica dell'utente sia determinata in gran parte dalla sinergia tra l'ordine e la complessità dell'interfaccia. Queste due nozioni provengono dalla teoria della comunicazione visiva, ed in particolare sono definite come segue:
Ordine. Rappresenta il grado e il tipo di organizzazione tra le parti di un oggetto Arnheim,1966. In riferimento ai siti Web corrisponde alla chiarezza visiva relativa alla disposizione degli elementi nel display, la quale concorre a facilitare la comprensione e a ridurre l'ambiguità dell'informazione presentata.
Complessità. È definita come la molteplicità delle relazioni tra le parti che compongono un oggetto Arnheim, 1966. In un'interfaccia determina la ricchezza visiva e favorisce una maggiore attivazione dell'utente.
La relazione tra queste due qualità non è predefinita, ma in un buon design deve necessariamente risultare bilanciata e armonizzata in vista dell'esperienza estetica dell'utente, poiché: "complessità senza ordine produce confusione; ordine senza complessità produce noia" Arnheim, 1966 p.124.
Relativamente alle due nozioni estetiche sopra menzionate, Tracktinsky e Lavie definiscono l'esistenza di due dimensioni principali ad esse legate. La prima, chiamata estetica classica, comprende giudizi riguardanti chiarezza, semplicità, pulizia visiva e simmetria. È interessante osservare come tale dimensione rispecchi alcuni degli obiettivi dell'usabilità, rendendo ancora più evidente come in realtà estetica ed usabilità non abbiano obiettivi divergenti (vedi tabella1).
Usabilità/funzione | Estetica (classica)/forma |
Semplicità | Semplicità |
Chiarezza visiva | Chiarezza e pulizia visiva |
Organizzazione della struttura visiva | Simmetria e bilanciamento |
Elementi necessari e sufficienti all'interazione | Logica della forma |
Oggettività | Oggettività |
Quando un utente valuta un sito Web, lo fa utilizzando contemporaneamente queste due dimensioni (estetica classica ed estetica espressiva). Nella loro interazione, esse determinano l'esperienza estetica e riflettono i concetti di "ordine" e "complessità".
La nozione di esperienza estetica, così come abbiamo cercato di delinearla, può risultare importante come strumento operativo nello studio e nella pratica dell'interazione uomo-macchina, ovviando alle difficoltà connesse con l'uso di più sfuggenti concetti relativi all'estetica in quanto tale. Nella misura in cui ciò si rivelasse vero, sarebbe possibile dare seguito operativo all'auspicata ricongiunzione delle motivazioni dei designer con quelle degli ingegneri dell'usabilità.
Il prossimo capitolo è dedicato a fornire evidenza sperimentale in favore dell'importanza dell'estetica come fattore determinante la qualità dell'interazione.