La forma visiva di una parola è determinata dal tipo e dalla misura del carattere utilizzato per scriverla.
Tutti gli studi condotti sulla lettura on-line confermano che l'aumento della grandezza del carattere incrementa le prestazioni degli utenti, soprattutto come diminuzione del tempo impiegato per il completamento del compito di lettura.
Bernard, Liao & Mills (2001), ad esempio, affermano che gli utenti anziani, con un'età media di 70 anni, preferiscono un testo scritto in 14 punti piuttosto che in 12, oltre ad avere con questa misura di carattere una prestazione significativamente migliore. Bernard et al. (2001) in uno studio condotto su bambini, con età media 10 anni, riscontrano che anche questi soggetti preferiscono i caratteri a 14 punti.
Tuttavia, nonostante questi dati, sembra che non sia solo la grandezza del carattere ad influenzare la lettura, ma anche il tipo di carattere utilizzato.
I vari caratteri o fonts, utilizzati su web, possono essere suddivisi in quattro categorie:
- serif o graziati: sono caratterizzati da dei trattini (grazie o serif appunto) più o meno elaborati in chiusura delle aste;
- sans-serif o bastoni: sono, al contrario dei serif, privi d'alcun fregio in chiusura delle aste, sono quelli di gran lunga i più usati sul web;
- script o calligrafici: simulano la scrittura a mano libera (corsiva) spesso inclinata e con lettere che tendono ad unirsi fra loro. Sono tipici dello scritto a mano libera e quindi da usare solo per ottenere effetti particolari, ricordando che sono di non facile leggibilità;
- fantasia: comprendono tutti quei caratteri con particolari effetti o fregi che non possono essere catalogati nelle categorie qui sopra. Questi tipi di font sono assolutamente sconsigliati per testi lunghi.
Gli studi riguardo la lettura su supporto cartaceo, Tinker (1963), dimostrano che la presenza di serif, ovvero di " grazie", aumenta la leggibilità. Le grazie, infatti, aiutano a determinare la forma della lettera. Per quanto riguarda la lettura su monitor, invece, questi risultati sono alquanto controversi. Probabilmente buona parte di tale contraddizione deriva proprio dalla generalizzazione dei risultati delle ricerche sui testi su carta a quelli su monitor. Infatti, alcune caratteristiche della lettura su video, come la minor risoluzione rispetto alla carta, influenzano notevolmente la facilità con cui le lettere che compongono le parole sono identificate. Inoltre l'emissione luminosa dei fosfori rende la lettura su video più affaticante per la vista di quella su carta (Boscarol, 2002). È proprio per ovviare alla maggior difficoltà di lettura su video sono stati sviluppati set di caratteri tipografici più adatti all'utilizzo su web, come il Verdana (che non contiene grazie).
Gli studi di Bernard, citati precedentemente, riportano che quando i testi sono scritti in carattere a 12 punti le prestazioni migliori si ottengono se le grazie sono assenti, mentre per i testi scritti a 14 punti si hanno ottime prestazioni sia con caratteri serif sia con caratteri non-serif, almeno per quanto riguarda il tempo di lettura. Se, invece, la variabile considerata è l'efficacia della lettura, misurata come numero di errori riconosciuti all'interno del testo, non si riscontrano differenze significative tra l'uso di caratteri serif o non-serif.
Nonostante l'interazione tipo/misura del carattere sia marginale, questi risultati vanno nella stessa direzione dei dati di Morris, Aquilante, Bigelow & Yager (2000), i quali hanno trovato un'interazione significativa tra la misura del carattere e la presenza di serif.
I dati riportati da questi autori dimostrano che su video i fonts dotati di serif rendono la lettura più lenta del 20% quando sono impiegati con caratteri piccoli, mentre non influiscono sulla leggibilità dei caratteri più grandi. Probabilmente questo risultato è dovuto al fatto che la bassa risoluzione dei monitors non permette ai caratteri di rimpicciolirsi mantenendo la nitidezza. In pratica, con il rimpicciolirsi dei caratteri, i pixel non sono più sufficienti a definire in modo chiaro le caratteristiche delle lettere, specialmente le grazie, rendendole sfuocate.
Concludendo, i caratteri a 14 punti serif facilitano la lettura rendendola più veloce, tuttavia i caratteri sans serif sono sempre i preferiti rispetto a quelli serif. Quindi, circa la presenza o meno di serif bisognerebbe raggiungere un compromesso, tenendo presente lo scopo del testo da presentare. In linea di massima, infatti, se è la velocità di lettura che ci proponiamo di preservare si useranno caratteri serif, sempre però a misure non troppo piccole, mentre se ciò che ci interessa è più la soddisfazione percepita dall'utente i caratteri sans serif sono quelli da preferire.
Un'altra suddivisione che può essere utile conoscere è quella che riguarda la spaziatura fra i caratteri; esistono, infatti, caratteri, detti monospaced, in cui tutte le lettere hanno la stessa larghezza (ovvero sia lettere strette come la "i" che lettere larghe come la "o" occupano lo stesso spazio), mentre in tutti gli altri la larghezza dipende dalla forma della lettera stessa. Dai dati ottenuti da Helander et al. (1984) si può dedurre che sono da preferire i fonts la cui spaziatura intercarattere è proporzionale (ad es. ARIAL) a quelli con spaziatura fissa, in cui ogni lettera occupa lo stesso spazio (ad es. COURIER) poiché rendono la lettura più veloce.