Formalizzazione e realizzazione.
La dimensione Campo Dipendente e Campo Indipendente non é solo limitata all'aspetto percettivo. Essa si manifesta, infatti, anche in attività cognitive più complesse, ragione per cui si può parlare di strutturazione e destrutturazione anche a livello della rappresentazione.
Reuchlin (1973) propone un'interpretazione più complessa delle dimensioni della personalità, che permette di integrare le differenze individuali rispetto alla dimensione campo dipendente - indipendente in uno schema generale del funzionamento cognitivo. Il soggetto, per adattarsi in maniera economica e rapida alle situazioni cui si é confrontati, impara ad utilizzare indici immediatamente reperibili che permettano di dare una risposta adattiva.
Infatti, partendo dagli studi esaminati da Rozestraten (1981), sembra che i soggetti campi dipendenti (CD) e i soggetti campo indipendenti (CI) non si distinguano tanto per la loro capacita' d'elaborazione percettiva, come molti autori sostengono, (per esempio nessuna differenza nella variabilità delle deflessioni a partire dal centro del campo visuale, poca differenza nei movimenti oculari), quanto piuttosto per la loro capacita' nel focalizzare selettivamente la loro attenzione su zone pertinenti.
In questo tipo di processo di "realizzazione", descritto e definito in questo modo da Reuchlin (1973), il soggetto elabora i contenuti, cioé " dei blocchi unitari di informazione, non articolati" (Reuchlin, 1973, pag.393) ai quali sono associate delle risposte.
Un altro modo d'adattazione, più potente ma più costoso mette in gioco un processo di " formalizzazione " che ha per funzione " la costruzione delle forme necessarie per la risoluzione d'alcuni problemi" (Reuchlin, 1973, pag.392).
Si può considerare che i contenuti abbiano un carattere concreto, le forme, al contrario, uno astratto (Huteau, 1985).
In questa prospettiva tutta una serie di fenomeni legati alla variabilità inter-individuale può essere spiegata con una differenza nell'efficienza dei processi di "realizzazione" e di "formalizzazione" considerati isolatamente, e da differenze nella capacita' ad utilizzarli in maniera ottimale, ossia una più o meno gran possibilità nel coordinarli e nell'inibire uno dei due.
Si può, cosi', considerare che alcuni soggetti siano piuttosto "realizzatori": questi si formano dei contenuti in modo rapido, ma hanno difficoltà a destrutturarli per adattarli alle esigenze della situazione. Il carattere globale della loro attività permette di rapportarli a dei soggetti CD.
Altri soggetti sono piuttosto "formalizzatori": elaborano molto più facilmente sia le forme che i contenuti destrutturandoli con minor difficoltà. Questi hanno un'attività analitica che li rapporta a dei CI.
Anche a livello percettivo possiamo rilevare una comunanza di caratteristiche tra le Gestalts e i contenuti acquisiti; infatti, i soggetti CI, più sensibili agli effetti del campo, sono ugualmente più sensibili alle illusioni provenienti dagli apprendimenti percettivi (vedi illusione di De Moor).
Salienza degli indici e scelta delle strategie
Da un "oggetto stimolo" si può estrarre tutta una serie di indici: alcuni indici possono essere più pregnanti di altri, come nel caso di presenza di fenomeni di strutturazione spontanea, oppure nel caso in cui certi indici abbiano acquisito in precedenza uno stato privilegiato. Huteau (1986) suppone che questa salienza sarà più marcata per i soggetti CD che non per i soggetti CI. Se questa é la condizione, il modo di selezionare gli indici varierà rispetto a queste due categorie di soggetti: i soggetti CI utilizzeranno una selezione degli indici più variata o, per riprendere l'interpretazione di Davis e Franck (1979), manifesteranno una più grande capacita' d'analisi combinatoria.
Dickstein (1968) ha mostrato come, con un materiale non significativo e in una situazione di selezione d'informazioni, i soggetti CD hanno la tendenza a considerare più dimensioni nello stesso tempo rispetto ai soggetti CI.
Ci sono, quindi, differenze nella modalità di avvicinarsi agli stimoli che influenzano l'uso delle strategie d'apprendimento utilizzate.
In situazioni di selezione possiamo distinguere due grandi categorie di strategie ideali, rifacendoci a Bruner et. al. (1956): la strategia globale e quella analitica.
Nella strategia "globale" il soggetto prende come ipotesi tutte le caratteristiche dell'esempio corretto, sarà, cioè, necessaria un'ipotesi precisa che verrà modificata a mano a mano che questa sarà sconfermata. Nella strategia "parziale" solo alcuni aspetti dell'esempio positivo vengono mantenuti per costruire gradualmente un'ipotesi. I soggetti si focalizzano su alcuni aspetti dello stimolo, cioè i CD hanno una tendenza ad elaborare principalmente delle strategie "parziali" a differenza dei CI che utilizzano, come molti autori hanno messo in evidenza, una maggiore frequenza d'uso "globali".
La strategia consistente nell'utilizzare delle "ipotesi parziali" é più efficace quando gli indici presi in considerazione sono pertinenti. Se gli indici salienti sono pertinenti, i soggetti CD dovrebbero scoprire più rapidamente i concetti. Al contrario l'assenza di pertinenza degli indici salienti dovrebbe condurre ad una superiorità dei soggetti CI.
Ci si può attendere che tutte le indicazioni, le consegne che limitano la salienza degli indici migliorino le performance dei soggetti CD (Massari, Mansfield, 1973).
In ogni caso si ritiene che si possano incrementare nettamente le performance dei soggetti CD e, quindi, ridurre lo scarto che li separa da soggetti CI, fornendo degli aiuti più completi come degli esempi di concetti analizzati per mettere in evidenza gli indici possibili.
Trattamento globale e analitico degli stimoli.
Si é considerato più frequentemente come il soggetto tratti analiticamente lo stimolo rappresentandolo sottoforma di una lista di tratti, che combina attivamente, più o meno facilmente, costruendosi una rappresentazione mentale globale. Tuttavia le modalità di trattamento dell'informazione presentate più globalmente - costruzione di prototipi - possono essere messe in evidenza e, in questo caso nei soggetti CD.
Lo stesso fatto di formulare delle ipotesi e di riformularne suppone un'attitudine attiva, che si manifesta nella ristrutturazione del campo percettivo e nell'acquisizione dell'informazione. Quest'attitudine fortemente sottolineata nelle teorie cognitiviste testimonia la predominanza del processo di formalizzazione nei soggetti CI. Al contrario i soggetti CD hanno una modalità di acquisizione dell'informazione più passiva, intuitiva.