Dall'analisi della letteratura disponibile è comunque possibile individuare un approccio che permetta di coniugare, da una parte le esigenze di snellezza della procedura di analisi, del contenimento dei costi e della velocità di esecuzione (soprattutto in questi ultimi tempi, in cui la presenza in Internet è considerata quasi un obbligo per le aziende, che premono per adeguarsi il più velocemente possibile alla mutata realtà), dall'altra di salvaguardare la validità dei risultati che, sotto la spinta di queste pressioni alla semplicità, rischiano di rivelarsi inattendibili.
La progettazione di un sito Internet, come già detto, deve essere impostata secondo i dettami del design iterativo centrato sull'utente, con il ricorso alla definizione di prototipi sui quali effettuare volta per volta piccoli test di usabilità con utenti. Di seguito, invece, verrà trattato il problema della definizione di un progetto più ampio e completo di valutazione dell'usabilità di un sito Internet, concepito per l'analisi di usabilità di un sito già esistente o della versione definitiva di un prototipo.
Un approccio integrato
L'approccio più valido, a mio parere, deve comprendere diverse metodologie, fra quelle indicate nelle pagine precedenti, tenendo conto di una serie di osservazioni:
La valutazione dell'usabilità deve sempre essere sottoposta al giudizio di uno o più esperti del settore; non credo sia pensabile la creazione di strumenti che consentano a persone estranee alle problematiche dell'ergonomia cognitiva o dell'ingegneria dell'usabilità di effettuare in proprio un'analisi corretta ed esauriente;
D'altra parte, è mia opinione che il giudizio degli esperti non sia sufficiente a garantire ad un progetto la piena efficacia; una valutazione seria e completa deve prevedere la partecipazione di utenti tipici, in veste di "collaudatori". Infatti, è molto importante ottenere un feedback relativo alle loro esperienze ed impressioni, per conoscere le difficoltà incontrate da persone che, essendo rimaste estranee alla fase di progettazione ed essendo in possesso di competenze inferiori a quelle di un esperto, sono in grado di rilevare eventuali mancanze sfuggite all'occhio di chi, a contatto quotidiano con i siti del Web, ne ha assorbito il modello concettuale sottostante. L'utente tipico, quindi, è indispensabile (1) per mettere al riparo il valutatore esperto dal pericolo di lasciarsi sfuggire particolari cui abbia fatto l'abitudine con l'uso, (2) per ottenere dati oggettivi e sottoponibili ad analisi quantitative, e (3) per garantire il rispetto del terzo punto della definizione ISO di usabilità, riguardante il parametro della piacevolezza e soddisfazione d'uso, confermato nella sua validità anche dallo studio condotto da Di Nocera, Ferlazzo e Renzi (1999).
Come già rilevato anche dagli Autori citati che si occupano di valutazione dell'usabilità a livello professionale (capitolo 3, paragrafo 3.3), è necessario disporre di materiale "concreto" da presentare agli eventuali committenti perché spesso il parere dell'esperto non è sufficiente a convincere della reale urgenza degli interventi proposti. Una registrazione video che documenti le difficoltà incontrate da un utente reale nella navigazione e il conseguente abbandono del sito, può a volte essere decisiva.
Le fasi di valutazione
Il progetto di valutazione, quindi, deve prevedere una sequenza di fasi che comprendono:
Un'analisi cognitiva del sito da parte di uno o più esperti;
Una fase di test durante la quale ci si serva della collaborazione di un gruppo di utenti;
Una elaborazione dei dati raccolti da parte dell'esperto;
Una formulazione di un piano di azione da sottoporre alla committenza.