La pratica quotidiana di coloro i quali si trovano a doversi confrontare spesso con la valutazione dell'usabilità ha generato una serie di critiche e di dubbi sui metodi tradizionali di valutazione ed li ha portati a proporre dei metodi alternativi, capaci di tenere conto delle esigenze dei progettisti che non dispongono di notevoli quantità di tempo e/o di denaro.
Bruce Thomas, che lavora come ergonomo presso il Philips Corporate Design di Eindhoven, fornisce una descrizione dettagliata della struttura adibita allo studio e alla valutazione dell'usabilità di una delle maggiori multinazionali dell'elettronica, la Philips, appunto (in Jordan, Thomas, Weerdmester, McClelland 1996). Il gruppo di lavoro comprende tredici persone impiegate come ergonomi che collaborano alla creazione e allo sviluppo di tutti i prodotti progettati e venduti dalla Philips, quindi dai televisori, ai car stereo, ai telefoni cellulari, agli elettrodomestici, fino ai microscopi elettronici e ai sistemi diagnostici ad ultrasuoni. Essi forniscono il proprio contributo durante tutta la fase che va dalla ideazione alla produzione, passando per la creazione dei prototipi (naturalmente, viene da chiedersi come sia possibile per un gruppo così piccolo svolgere con efficacia una tale mole di lavoro). Il centro in cui operano è dotato di un laboratorio di usabilità, dotato di un ambiente accogliente e ben arredato per i partecipanti alle sedute di test, e di attrezzature per le registrazioni e per l'osservazione diretta dei partecipanti. Questi ricercatori, quindi, sono in grado di sperimentare quotidianamente le diverse tecniche di valutazione e sono a diretto contatto con le esigenze di una moderna organizzazione leader europeo nel mercato dell'elettronica di consumo e delle apparecchiature mediche.
Essi lamentano che le normali tecniche per la valutazione dell'usabilità si rivelano spesso troppo dispendiose in termini sia di tempo che di denaro, e che perciò sono impossibili da utilizzare, date le restrizioni nelle quali sono costretti ad operare. Afferma Thomas (Jordan, Thomas, Weerdmeester, McClelland, 1996): "lavoriamo in un contesto industriale, e siamo chiamati di frequente a svolgere valutazioni di usabilità senza preavviso (non è raro che ci si avvisi il giorno prima) e con l'obbligo di fornire i risultati in tempi brevissimi, anche meno di una settimana. In casi come questi, non c'è spazio per uno studio di usabilità condotto a regola d'arte." Esistono metodi più veloci ed economici per arrivare ad un giudizio attendibile che vengono utilizzati frequentemente presso la Philips. L'autore non si riferisce, però, a soluzioni comunemente applicate per ridurre i costi, come, ad esempio, il ricorso alla valutazione da parte di esperti basata su liste di caratteristiche preesistenti. Infatti, tali metodi non forniscono, con i loro risultati, il giusto impatto sul cliente, fondamentale per fare accettare le proprie tesi. Non è facile, infatti, per l'ergonomo che lavori nel mondo dell'industria convincere il proprio committente della validità dei risultati raggiunti basandola solo sulla propria esperienza e sui consigli di libri di testo. Sicuramente questi risultati non hanno lo stesso impatto di uno studio sperimentale condotto su un gruppo di quindici o più potenziali utenti, specialmente se corredato di registrazioni video che presentino i soggetti alle prese con i problemi incontrati nell'uso del prodotto. I test di usabilità informali (quick and dirty) nascono con l'intento di raggiungere un compromesso valido tra l'economicità del consulto di esperti e la dispendiosità degli esperimenti formali. Questi test possono essere condotti ricorrendo alla partecipazione di un piccolo numero di persone che, anche se non rappresentano un campione attendibile della popolazione cui il prodotto è destinato, possono essere scelte per via della loro estraneità al progetto e alle sue problematiche e della loro debole competenza tecnica. Lo scopo di questa metodologia è quello di combinare l'efficacia di un approccio basato sull'analisi da parte di esperti con una convincente dimostrazione videoregistrata dei problemi realmente incontrati da parte di utenti che interagiscono con il prodotto in esame. Thomas afferma che, se applicata con serietà, tale metodologia non costituisce necessariamente un compromesso, al contrario, si rivela un potente quanto economico strumento di valutazione e di sviluppo dei prodotti: unisce i pregi delle liste di caratteristiche, la competenza degli esperti e l'esperienza soggettiva dei partecipanti, con il vantaggio di fornire risposte convincenti anche per i committenti della ricerca.
Le opinioni espresse da Bruce Thomas trovano conferma nelle parole di Gary Davis (in Jordan, Thomas, Weerdmester, McClelland 1996), fondatore e guida della Gary Davis Associates Ltd, gruppo di consulenza di ergonomia. La Davis Associates, infatti, viene spesso incaricata di contribuire alla valutazione e allo sviluppo di prodotti software o di interfacce di controllo a display, e non è raro il caso in cui i tempi operativi siano ristretti e il budget di spesa limitato. Davis precisa che, in casi come questi, se i limiti di spesa e di tempo vengono considerati inaccettabili, il committente, semplicemente, rinuncia alla fase di valutazione. Diventa indispensabile, quindi, riuscire a sviluppare nuove tecniche che permettano di raggiungere risultati soddisfacenti pur rispettando tali limitazioni. Gary Davis distingue l'approccio seguito nella valutazione di prodotti già esistenti da quello adottato per lo sviluppo di nuovi prodotti.